domenica 20 novembre 2016

7 anni dopo l'omicidio di mia madre, la legge attuale sull'omicidio stradale...

La legge n. 41/2016:
istituisce i reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali, con pene fino a 18 anni di carcere, prelievi per stabilire se il conducente si trova in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti, arresto in flagranza obbligatorio e revoca della patente.
Sono numerose le novità della legge, che continua a far discutere per il sistema sanzionatorio molto severo, visto da molti come non conforme al principio di proporzionalità tra illeciti e sanzioni, in quanto non va a colpire solamente i pirati della strada ma anche coloro che commettono infrazioni diffuse.Oltre a questo negli ultimi giorni una circolare emessa dal Ministero dell’Interno, ha stabilito la disciplina inerente quei casi in cui le responsabilità non siano del guidatore ma di chi non ha effettuato una corretta manutenzione della strada e delle case automobilistiche. “Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade, anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”. Il riferimento è all’articolo 14 del Codice della Strada, quello che definisce “poteri e compiti degli enti proprietari delle strade” e che li obbliga a “garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione” con la manutenzione e il controllo tecnico delle strade, delle loro pertinenze e di tutte le attrezzature.

Per me è ormai disperazione, sentimento d'ingiustizia e d'impotenza, perchè è troppo tardi, ormai il peggio è accaduto e ci devo convivere tutti i giorni della mia vita.

Tanto devo alla memoria di mia madre e a tutti coloro che sono interessati al rispetto della vita sulla strada

mercoledì 4 novembre 2015

6 ANNI PIU ( TROPPO ) TARDI PER LEI

Ecco l'approvazione della tanto sospirata e fatidica legge, indice di una maggiore civiltà e umanità, che condanna chi ha ucciso sulla strada.


http://www.leggioggi.it/2015/11/02/omicidio-stradale-tutto-ce-sapere-disegno-legge/

http://www.toscanamedianews.it/omicidio-stradale-il-10-dicembre-sara-legge.htm

Ma il Luciano Conti che ha rovinato la mia famiglia, travolgendo mia madre sulle strisce pedonali a quasi 90 km orari, ignorando il semaforo per lui rosso di via Giuffrida a Catania, strada di centro città, ha riavuto la sua patente tranquillamente dopo 6 mesi e la sua vita così com'era, salvo qualche eventuale rimorso, di cui non ha mai dato segno.

domenica 21 dicembre 2014

Un piccolo passo avanti nella "giustizia" stradale - 5 ANNI DOPO

Oggi la tragica data dell'incidente di mia madre, 5 anni dopo la vivo con più distacco, ma non senza un profondo dolore sordo e l'orrore di certi ricordi che nessuno vorrebbe avere e che cerco continuamente di accantonare in un angolo remoto della mia mente. Tristissimo l'evento della recente dipartita di mio padre Francesco Fortunato, il cui stato di salute è precipitato dall'anno dopo la morte, direi piuttosto l'uccisione di mia madre.
Scrivo su questo mio blog per la memoria di mia madre e per far conoscere la realtà della "giustizia" stradale italiana e ciò che purtroppo succede "dietro le quinte".
Il Luciano Conti che ha rovinato la mia famiglia con la sua guida incosciente e criminale investendo mia madre Maria Adernò, detta Mariella, sulle strisce pedonali in piena Catania, è a piede libero, impunito, come se non avesse fatto nulla di grave e questo blog il mio sfogo,che altrimenti non riesco a esprimere, il mio grido di dolore a quest'ingiustizia.

C'è stato un piccolo-grande progresso rispetto alle leggi in Italia quest'anno, cioè l'introduzione dell'"omicidio stradale", per far sì che si rispetti l'innegabile diritto alla vita alla salute, nella speranza che sia un deterrente alla guida azzardata, che sia essa influenzata da sostanze stupefacenti o no. Peccato che il processo immondo di 4 anni per la mia mamma non ne sia stato interessato... Ma spero comunque per il futuro degli altri.

http://www.vittimestrada.org/file/videomp4/La%20presidente%20AIFVS%20Pina%20-Cassaniti%20in%20onda%20sul%20TG1%20delle%2020%20del%2011.10.2014.mp4

E per chi volesse approfondire:
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_16689.asp

Ma poi proprio oggi apprendo anche queste notizie scoraggianti:

Comunicato stampa AIFVS del 21/12/2014
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro dell’Interno
Alla Stampa

Legge 67/2014 sulla depenalizzazione di alcuni reati e sulla riforma del sistema sanzionatorio

L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada esprime la propria preoccupazione sui contenuti della legge 67/2014, che nel dare delega al Governo in materia di pene detentive e di riforma del sistema sanzionatorio, non include la “circolazione stradale” nell’elenco delle materie da non depenalizzare. Inoltre, nel trasformare in illeciti amministrativi alcuni reati previsti dal codice penale o addirittura a depenalizzarli, reati che a nostro parere sono espressione di atti di prepotenza ingiustificabili, la suddetta legge, attenuando la gravità dei comportamenti lesivi dei diritti degli altri e riconfermando la discrezionalità dei magistrati nella valutazione della gravità del reato, offre agli stessi magistrati segnali di buonismo a danno della giustizia da garantire alle vittime ed ai familiari. L’AIFVS rileva una forte incoerenza tra i contenuti di questa legge delega e le proprie richieste di espiazione certa di una pena carceraria per chi distrugge sulla strada, con grave trasgressione delle norme, i diritti inalienabili della vita e della salute.
Censura la depenalizzazione dell’omissione di soccorso, che caratterizza la pirateria stradale e che non può assolutamente non costituire reato. Depenalizzare l’omissione di soccorso significa favorire la strage stradale.
L’AIFVS pertanto invita il Governo a fare un passo indietro per considerare la pericolosità della riforma.

Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
presidente AIFVS

Mi chiedo cosa si deve fare in questo Paese per andare avanti e non indietro, per il rispetto della memoria di chi, come mia madre, è tristemente diventata una vittima della strada.
Non bisogna arrendersi, si deve continuare a combattere.
Al diavolo la riduzione dei risarcimenti e gl'interessi delle assicurazioni, i giudici, i magistrati, i consulenti tecnici corrotti e tutta la banda marcia che rovina la giustizia italiana e offende il diritto e il rispetto per la vita... ANCHE SULLA STRADA!

Melania superstite alla tragedia

sabato 21 dicembre 2013

4 anni dopo

Oggi in questa tragica ricorrenza da dimenticare, mi ritrovo a scrivere con un sentimento di frustrazione, rabbia e profondo sconforto.
Nulla è cambiato nella giustizia italiana riguardo ai cosiddetti "omicidi stradali", il numero delle vittime della strada non si ferma. La gente che uccide sulla strada poi va a spasso invariabilmente. Non siamo al sicuro sulla strada.
La mia vita è stata segnata dal 21 dicembre 2009 e anche quella di mio padre, che si è gravemente ammalato e non ha sopportato il dolore di rimanere vedovo a causa di un guidatore senza scrupoli nè coscienza. Posso solo immaginare che dal 7 settembre di quest'anno 2013 lui è insieme a mia madre da qualche parte, in qualche modo. La mia famiglia distrutta in seguito al tragico incidente stradale, è un esempio di come la realtà supera la fiction.
Ho pubblicato i nomi dei fautori del nostro dolore, perché le vergognose menzogne e nefandezze abbiano dei responsabili, nonostante la "giustizia" del tribunale di Catania e di quella italiana in generale.
Il processo civile sarebbe potuto durare fino al 2016 o oltre, a causa dei probabili vari rinvii e cambi di giudice incaricato, se non avessimo scelto di interrompere le trattative per vivere il nostro lutto e la nostra vita evitando di rivivere di continuo la disgrazia. Questi tempi sono inaccettabili, soprattutto in situazioni così dolorose, come è anche inammissibile che siamo costretti ad arrenderci.
Dubito che questo mio blog possa cambiare la situazione delle vittime della strada italiana, nè tanto meno ciò che è successo a mia madre, ma io, unica figlia, non posso esimermi dal denunciare l'accaduto, perché almeno ci siano dei testimoni nel tempo, perché coloro che hanno contribuito alle vergognose mancanze della strada via Giuffida di Catania e alle nefandezze immonde del tribunale di Catania si passino una mano sulla coscienza. Il P.M. Alessandro Sorrentino addirittura si permette di fare la super star sugli articoli del giornale "La Sicilia", senza averne proprio nessun merito, nè diritto. Si accettano scuse tardive...forse.
Tanto vi dovevo cari mamma e papà.
Melania

sabato 29 dicembre 2012

Le beffe della "giustizia"

Un farabutto incosciente di nome Luciano Conti investe mia madre sulle strisce pedonali di una strada principale vicina al centro città causandole in seguito la morte, non viene sottoposto al controllo stupefacenti e alcol del sangue dai carabinieri. Esce impunito dal processo penale: sospensione di patente per 6 mesi,patteggiamento con riduzione della pena accettato dal tribunale di Catania. Insomma torna a guidare dopo aver ucciso una persona sulla strada e non fa un giorno di carcere, né subisce pene alternative (tipo lavori socialmente utili).
Invece, mio padre urta una banchina di una strada poco illuminata in un paesino, distrugge la sua macchina, ne esce quasi indenne (solo qualche contusione fortunatamente), viene sottoposto al test alcolemico e multato dai vigili urbani, subisce un processo penale con il conseguente ritiro della patente per 1 anno.
Una beffa dopo l'omicidio stradale di mia madre, un'ironia feroce.
Questa è la "giustizia" a Catania, Italia. Non ha nessuna logica, nessun senso, nessuna etica, nessuna morale. Fate schifo! Vergognosi infami del tribunale e della strada, inclusi i due carabinieri che non hanno fatto il test all'assassino di mia madre. Oggi 29 dicembre 2012 tre anni dal suo trapasso.

martedì 11 settembre 2012

Oggi i suoi 70 anni


mia madre avrebbe compiuto 70 anni, se quell'assassino non l'avesse investita.
Mi piacerebbe infinitamente che lui,Luciano Conti, sapesse che oggi sarebbe il suo compleanno, in quanto è lui l'irresponsabile che gli ha negato i suoi compleanni, che ha spento una madre, una moglie, una sorella, una zia, una cara amica generosa e dolce con tutti.

Lui e la sua guida maledetta!! Non ha più la macchina (danneggiata dall'impatto e sequestrata), ma la patente si! Quella l'ha riavuta dopo 6 mesi. Che cosa ne pensate? Vi sembra giusto?
Questa è la "giustizia" di questo Paese, l'Italia, che manda subito a casa gli assassini della strada...fin quando forse non capita a chi le leggi le influenza, perché capisca il rispetto per la vita e per i valori umani.

lunedì 23 aprile 2012

L'ultima inquisizione



Avete mai avuto a che fare con una "visita" medica legale?
Io non auguro a nessuno di subirne una per via di un processo legale a causa dell'omicidio di un familiare sulla strada. Questa è l'ultima tortura, non voglio più saperne, sono uscita dallo studio del CTU sconvolta. Mesi e mesi di farmaci, medici e terapie per poi rivivere tutto grazie alle domande invasive e aggressive sul mio vissuto inerente all'incidente mortale di mia madre e sul mio malessere. Ho avuto l'impressione di essere torchiata da commissari di polizia, o da inquisitori dell'assicurazione, piuttosto che parlare con degli psichiatri. Credo che Freud e Jung si siano rivoltati nella tomba dopo la visita per la consulenza tecnica medica legale che ho vissuto. Il "medico" ha iniziato con domande sui miei primi ricordi dell'infanzia, dopo avermi chiesto come, dove e quando è accaduto l'incidente, cosa avevo visto ecc. Il dottore con poltrona di pelle umana ha preteso che gli riferissi le diagnosi degli psichiatri che mi hanno avuto in cura (come se io fossi una collega) e le motivazioni per i cambi di farmaci. Ad un certo punto sono scoppiata in lacrime, talmente tanta era la tensione, la rabbia e il fastidio per queste violenze, chiedendo il perché del cercare tutti questi cavilli sulle ovvie consequenze di un trauma e perché non è stata scritta la verità sull'incidente di mia madre, che è stata "colpevolizzata" per non essere stata attenta nell'attraversare la strada e via di seguito con lo sfogo.
Ma il tono inquisitorio di quelle domande continuava, mi è stato chiesto anche com'era il mio ciclo mestruale. L'ultima domanda, posta dalla "dottoressa" dell'assicurazione, è stata il colpo di grazia: "lei ha parlato con sua madre dopo l'incidente?" Per la cronaca, lei è entrata in coma sull'asfalto. L'inquisitrice si è permessa di chiedermi quest'assurdità, per scoprire chissacché, senza ovviamente neanche aver letto il fascicolo. Ma queste persone, mi chiedo, come dormono la notte? Sono soddisfatte della loro speculazione sulle sofferenze altrui?
Dopo una tale tortura, nessuno vorrebbe capitare di nuovo in quello studio. E' forse così che fanno risparmiare l'assicurazione dell'assassino?
Tra l'altro, abbiamo dovuto anticipare le spese di questa tortura, ma l'etica dov'è?
Questo sistema è una vergogna!