domenica 21 dicembre 2014

Un piccolo passo avanti nella "giustizia" stradale - 5 ANNI DOPO

Oggi la tragica data dell'incidente di mia madre, 5 anni dopo la vivo con più distacco, ma non senza un profondo dolore sordo e l'orrore di certi ricordi che nessuno vorrebbe avere e che cerco continuamente di accantonare in un angolo remoto della mia mente. Tristissimo l'evento della recente dipartita di mio padre Francesco Fortunato, il cui stato di salute è precipitato dall'anno dopo la morte, direi piuttosto l'uccisione di mia madre.
Scrivo su questo mio blog per la memoria di mia madre e per far conoscere la realtà della "giustizia" stradale italiana e ciò che purtroppo succede "dietro le quinte".
Il Luciano Conti che ha rovinato la mia famiglia con la sua guida incosciente e criminale investendo mia madre Maria Adernò, detta Mariella, sulle strisce pedonali in piena Catania, è a piede libero, impunito, come se non avesse fatto nulla di grave e questo blog il mio sfogo,che altrimenti non riesco a esprimere, il mio grido di dolore a quest'ingiustizia.

C'è stato un piccolo-grande progresso rispetto alle leggi in Italia quest'anno, cioè l'introduzione dell'"omicidio stradale", per far sì che si rispetti l'innegabile diritto alla vita alla salute, nella speranza che sia un deterrente alla guida azzardata, che sia essa influenzata da sostanze stupefacenti o no. Peccato che il processo immondo di 4 anni per la mia mamma non ne sia stato interessato... Ma spero comunque per il futuro degli altri.

http://www.vittimestrada.org/file/videomp4/La%20presidente%20AIFVS%20Pina%20-Cassaniti%20in%20onda%20sul%20TG1%20delle%2020%20del%2011.10.2014.mp4

E per chi volesse approfondire:
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_16689.asp

Ma poi proprio oggi apprendo anche queste notizie scoraggianti:

Comunicato stampa AIFVS del 21/12/2014
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
Al Ministro dell’Interno
Alla Stampa

Legge 67/2014 sulla depenalizzazione di alcuni reati e sulla riforma del sistema sanzionatorio

L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada esprime la propria preoccupazione sui contenuti della legge 67/2014, che nel dare delega al Governo in materia di pene detentive e di riforma del sistema sanzionatorio, non include la “circolazione stradale” nell’elenco delle materie da non depenalizzare. Inoltre, nel trasformare in illeciti amministrativi alcuni reati previsti dal codice penale o addirittura a depenalizzarli, reati che a nostro parere sono espressione di atti di prepotenza ingiustificabili, la suddetta legge, attenuando la gravità dei comportamenti lesivi dei diritti degli altri e riconfermando la discrezionalità dei magistrati nella valutazione della gravità del reato, offre agli stessi magistrati segnali di buonismo a danno della giustizia da garantire alle vittime ed ai familiari. L’AIFVS rileva una forte incoerenza tra i contenuti di questa legge delega e le proprie richieste di espiazione certa di una pena carceraria per chi distrugge sulla strada, con grave trasgressione delle norme, i diritti inalienabili della vita e della salute.
Censura la depenalizzazione dell’omissione di soccorso, che caratterizza la pirateria stradale e che non può assolutamente non costituire reato. Depenalizzare l’omissione di soccorso significa favorire la strage stradale.
L’AIFVS pertanto invita il Governo a fare un passo indietro per considerare la pericolosità della riforma.

Giuseppa Cassaniti Mastrojeni
presidente AIFVS

Mi chiedo cosa si deve fare in questo Paese per andare avanti e non indietro, per il rispetto della memoria di chi, come mia madre, è tristemente diventata una vittima della strada.
Non bisogna arrendersi, si deve continuare a combattere.
Al diavolo la riduzione dei risarcimenti e gl'interessi delle assicurazioni, i giudici, i magistrati, i consulenti tecnici corrotti e tutta la banda marcia che rovina la giustizia italiana e offende il diritto e il rispetto per la vita... ANCHE SULLA STRADA!

Melania superstite alla tragedia

1 commento:

  1. E' molto triste. Lo hai espresso tu con le tue parole. Non viviamo in un paese civile. La giustizia e' l'espressione di un popolo incivile. Le leggi che ci sono date sono il prodotto di uno sforzo enorme nel rendere un popolo brutale un po' piu' civile, con l'ovvio fallimento di questo tentativo. E' palese. Un popolo che non ha la capacita' di darsi delle leggi logiche, etiche, morali, che abbiamo un senso, ha fallito nel progetto di essere un popolo umano. E la sua gente ha quindi fallito. Questi sono i risultati. Delle leggi colabrodo, bucate. E' il massimo che si riesce a fare? Dopo millenni di "civilta'"? E' davvero poco. Uno sputo nell'oceano della giustizia umana. Non e' vero che l'avanzare del tempo implica progresso nella civilizzazione. Se cosi' fosse, dopo millenni saremmo dovuti diventare essere quasi perfetti. Invece siamo sempre li' a discutere di cose elementari, mentre con la mente vorremmo tendere alla perfezione. Resta solo un esercizio mentale, niente di piu'. Una proiezione nel cielo della mente. Un sogno di avere un mondo migliore che tarda sempre ad arrivare.

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