giovedì 20 ottobre 2011

Riflessioni post lutto

Ho perso mia madre che era in salute, in maniera improvvisa e brutale (mi sa che gli angeli non c'erano per lei in quel momento). Avrei voluto tanto abbracciarla, dimostrarle molto di più nel tempo che abbiamo avuto. Ad ogni modo credo che una mamma senta e capisca molto più del tangibile. Dopo quel maledetto giorno in cui è andata via, ho perso il senso del tempo e l'interesse per la vita, ho tremato, ho sofferto tanto e soffro tutt'ora. Ciò che mi aiuta tutt'oggi, a parte l'affetto dei cari, è pensare che io come figlia sono una sua continuazione e che lei vorrebbe che io sia felice. Dicono gli esperti che i sensi di colpa fanno parte del processo dell'elaborazione di un lutto. Per me è come se lei in un certo senso ci fosse nei miei giorni, anche se comunque è un dolore enorme non poterle dare il mio amore e ricevere il suo.
Lei mi ha sempre "protetta" dai funerali...poi il suo mi è stato sbattutto in faccia improvvisamente, che ironia crudele.
Questa dolorosissima esperienza può, nonostante il danno psicologico e le somatizzazioni varie, prepararci agli eventi più duri della vita, mi disse consolandomi mia zia. In fondo, di solito, siamo noi figli che dobbiamo occuparci del funerale dei nostri genitori. Ho capito così, in maniera molto traumatica, che la morte fa parte della vita e che, dandole la giusta considerazione, può aiutare ad essere più saggi e quindi a dare più valore alla vita stessa. Pensarla come qualcosa d'inconcepibile e fuggirla più del necessario fa malissimo.

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